Un giorno, un turista milanese parlava a proposito della crisi economica e sociale dell’Italia con un taxista napoletano.
Alla fine della loro chiaccherata, il taxista disse al milanese: “la crisi non è un problema per noi perché ce l’abbiamo sempre avuta. Ogni giorno ci dobbiamo inventare qualcosa di nuovo, dobbiamo essere creativi per andare avanti”.

La riflessione del taxista fa riflettere sul fatto che di fronte ai problemi bisogna reinventarsi, cioè creare qualcosa di nuovo.

Quando si è in difficoltà infatti bisogna uscire fuori dagli schemi abituali e guardare verso altri orizzonti, seguendo percorsi non precostituiti.

Ma creativi si nasce o si diventa?

La creatività nelle arti

Innanzitutto, le idee di un’artista possono nascere tramite un’intuizione o dopo tanti tentativi, ma, alla base di ogni processo creativo, c’è la passione in quello che si fa. Senza di quella non vai da nessuna parte.

I più grandi creativi di ieri e di oggi sono diventati così grazie alla passione e dedizione che impiegavano in ogni loro scelta.

Chiara Ferragni la puoi odiare o amare, ma è innegabile il fatto che ha ottenuto risultati incredibili partendo da zero, tanto da aver avviato la sua fortuna e quella di tanti influencer dopo di lei (non solo nel settore della moda).

Fabio Rovazzi, youtuber e artista italiano, è stato più volte al primo posto nelle classifiche delle hit italiane e ha cantato con i “big” della storia della musica del nostro Paese.

Anche Stefano Guerrera, ideatore della pagina Facebook “Se i quadri potessero parlare” e seguitissimo sui social, è diventato editore pubblicando i “post” di alcuni quadri famosi con le sue spassosissime citazioni, tanto che molte sono diventate di uso comune.

“Mai ‘na gioia”, Stefano Guerrera

La creatività nelle aziende e nelle organizzazioni

La creatività non è solo una prerogativa della moda, della musica o dell’arte, ma sta diventando estremamente importante anche per le aziende. Infatti queste ogni giorno mirano a raggiungere vantaggi competitivi nei confronti dei concorrenti.

Uno dei libri che su questo tema ha raggiunto un grandissimo successo è “Blue Ocean” scritto da W. Chan Kim e Renee Mauborgne, in cui si capisce chiaramente che le aziende devono trovare degli elementi creativi e innovativi per passare da un ambiente denso di competizione e caos (“red ocean”) verso un ambiente più produttivo (“blue ocean”).

“Blue Ocean Strategy: How to Create Uncontested Market Space and Make the Competition Irrelevant”, W. Chan Kim e Renee Mauborgne

Il “thinking outside the box” accade sia nelle piccole sia nelle grandi aziende; ai manager e ai collaboratori si richiedono delle doti creative che fino a qualche anno fa non erano richieste.

La personalità e l’ambiente incidono sulla creatività

A questo punto la domanda che sorge spontanea è: creativi si nasce o si diventa? Alcuni sono già nati con capacità creative o hanno studiato per diventarlo?

Sicuramente molto dipende dalle predisposizioni caratteriali dalla nascita, ma a incidere è anche l’ambiente che ci circonda.

La personalità è infatti il risultato delle condizioni storiche e sociali, così come dell’apprendimento e della socializzazione, esprimendo quindi desideri ed aspettative personali. I cambiamenti, seppur lenti, accadono durante tutto l’arco della vita.

Senza entrare in una disquisizione troppo “psicologica”, è comunque utile accennare al fatto che, secondo Sigmund Freud, la personalità è il risultato del conflitto tra coscienza e inconscio, ovvero tra “Es” (la nostra parte più irrazionale), “Super-Io” (l’insieme delle regole imposte dalla società) e come l’”Io” costruisce le proprie relazione con gli altri.
Intorno alla questione se creativi si nasce o si diventa, Freud disse che “la psicoanalisi non può far nulla per chiarire l’essenza del dono artistico, né può spiegare i mezzi con i quali l’artista lavora”. Sosteneva, però, che la creatività aiutasse l’individuo a portarlo da un’iniziale stato di frustrazione, ad uno più produttivo.

Le “soft skills” e come stimolarle in maniera efficace

Secondo i modelli anglosassoni, ognuno di noi presenta delle caratteristiche che lo contraddistinguono, ovvero tutte quelle capacità relazionali e comportamentali che caratterizzano la nostra persona e che le organizzazioni e aziende chiamano “soft skills”.

Da uno studio dell’universita’ di Harvard è affiorato che l’85 % del successo a lavoro viene dall’aver sviluppato in maniera efficace le “soft skills”: queste, infatti, posso aiutare nel processo creativo, ma non sono determinanti se non vengono stimolate in maniera corretta.

Ma come si possono “risvegliare” queste capacità?

Un libro estremamente illuminante e di grande successo sul pensiero creativo e su come si possono concepire idee originali, è quello dello psicologo Edward De Bono: con il suo libro “Lateral Thinking” ritiene che il pensiero razionale, ossia “verticale”, aiuti solo a elaborare un’invenzione già fatta, senza cercare nuove interpretazioni della realtà.

“Lateral Thinking”, Edward De Bono

Il pensiero che porta alla creazione e all’invenzione invece è il “lateral thinking” (pensiero laterale) perché, per risolvere un problema, tiene conto della molteplicità dei punti di vista.

Bisogna avere il coraggio di seguire sempre il nostro cuore e la nostra intuizione

Bisogna tenere presente però che i colpi di genio sono fondamentali, ma affinché diventino progetti realizzabili, hanno bisogno di tempo, di confronti e di contaminazioni con le idee altrui, di ripensamenti e aggiustamenti.

Quindi, creativi si nasce o si diventa? Si puo nascere creativi, ma non ti aspettare di avere idee geniali senza nessuno sforzo. Nulla arriva per caso.

Se invece hai dei probelmi a “sbloccare” il tuo pensiero creativo leggi questo articolo.

Comunque, le idee suggerite dal nostro pensiero creativo possono essere il motore per altre idee o per altri progetti futuri. Quindi non si devono mai scartare a priori.

Come disse Steve Jobs:dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario”.

L’importanza di tutelare le proprie idee

Con l’era del digitale è sempre più necessario difendersi dai “copiatori” di opere creative. Per difendersi contro i plagi di terzi bisogna tutelarsi utilizzando strumenti che accertino l’autore, la data e il contenuto della propria tesi.

Uno strumento utile a questo scopo è Tutelio: scopri come tutelare la tua creazione.