Immagina che Alexa, come te, voglia partecipare a concorsi di poesia.

Potrebbe farlo?

Sì!

Alexa

Alexa, o meglio, le intelligenze artificiali (IA), infatti sono dotate di funzionalità aggiuntive che vanno oltre i loro servizi “basilari” perchè hanno la capacità di “analizzare” immense enciclopedie digitali sia testuali che visive. 

Le IA possono comprendere il tono di un testo, se positivo o negativo, il contenuto di un’immagine e migliorare il feeling con l’utente durante l’esperienza d’uso.

Questo permette loro di “apprendere” e, potenzialmente, elaborare soluzioni complesse e creative piuttosto che limitarsi solamente a ripetere il testo inserito dagli sviluppatori.

I sistemi di intelligenza artificiale sono quindi in grado di produrre opere d’arte paragonabili quasi a quelle dei migliori artisti?

Produzioni artistiche “robotiche”

Leggendo un articolo su Skytg24, puoi scoprire un “mondo” legato agli approcci innovativi alla creazione artistica che puoi trovare qui.

L’articolo parla di “Magenta”, un progetto lanciato da Google che mette in comunicazione artisti, sviluppatori e ricercatori di machine learning: uno dei primi loro esperimenti ha portato alla creazione di un pianoforte computerizzato che reagisce agli input sonori immessi da un essere umano.

Un altro progetto innovativo di cui parla l’articolo riguarda una scuola “ibrido” fondata nel 2013, “The School for Poetic Computation”, in cui artisti e gruppi di ricerca si occupano della produzione poetica attraverso bot e l’unione di umani e macchine.

scena tratta da “L’uomo bicentenario”

Una domanda che resta aperta: chi è l’autore di un’opera? La macchina o l’ideatore del programma?

Per legge, le opere protette per il loro diritto d’autore (L. 633/1941) sono espressioni dell’intelletto o “ingegno” (Art. 1, L. 633/1941).

Il codice di un software, in Italia, è definito alla stregua di un’opera letteraria “finita”: l’autore è lo sviluppatore che ha scritto il programma.
Tale legge non prevede però l’ipotesi che tale “opera letteraria” sia capace di generare altre opere letterarie.

Infatti, come detto sopra, le intelligenze artificiali sono sempre più sviluppate e oltre a rispondere a una domanda, sono capaci di apprendere e produrre nuovi contenuti.

A questo punto, a chi appartiene il diritto d’autore di tali contenuti creati dalla macchina?

Se dovesse essere riconosciuto effettivamente nel produttore del codice, allora, tale produttore, andrebbe a rispondere anche di eventuali plagi generati dalla sua creazione?

Ancora non ci sono stati casi di giurisprudenza utili a far scuola sul caso. Nessuno ha ancora accusato Alexa di aver rubato una sua poesia.

scena tratta da “Blade Runner 2049”

La creatività umana è in competizione con quella robotica?

Jack Ma di Alibaba, in occasione del World Artificial Intelligence Conference (WAIC) dello scorso Agosto a Shanghai, ha dichiarato: “I computer hanno solo dei chip, gli uomini hanno il cuore. Ed è dal cuore che arriva la saggezza”

Non possiamo fare finta di niente. Sono delle domande che meritano risposte al più presto.

Ma c’è qualcosa che possiamo fare oggi?

Difendere i nostri diritti d’autore dai tentativi di plagio
da umani e non 💪🏻💪🏻

Se vuoi partecipare a concorsi di poesia registrati subito e deposita la tua poesia su Tutelio: un’intelligenza artificiale ti sta osservando 👀

scena tratta da “2001: Odissea nello spazio”